Crassula alba

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Crassula alba
Stato di conservazione
Specie non valutata
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
OrdineSaxifragales
FamigliaCrassulaceae
SottofamigliaCrassuloideae
GenereCrassula
SpecieC. alba
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SottoregnoTracheobionta
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineRosales
FamigliaCrassulaceae
GenereCrassula
SpecieC. alba
Nomenclatura binomiale
Crassula alba
Forssk., 1775[1]
Sinonimi

Crassula abyssinica
A.Rich.
Crassula abyssinica var. transvaalensis
Schönland
Crassula ellenbeckiana
Schönland
Crassula milleriana
Burtt Davy
Crassula puberula
R.Br.
Crassula recurva
N.E.Br.
Crassula rubicunda
E.Mey. ex Harv.
Crassula rubicunda var. flexuosa
Schönland
Crassula rubicunda var. hispida
Schönland
Crassula rubicunda var. milleriana
(Burtt Davy) Schönland
Crassula rubicunda var. subglabra
Schönland
Crassula rubicunda var. typica
Schönland
Crassula stewartiae
Burtt Davy
Rochea dichotoma
Hochst. ex A.Rich.
Rochea vaginata
Hochst. ex A.Rich.
Sedum rubicundum
(E.Mey. ex Harv.) Kuntze

Crassula alba (Forssk., 1775) è una pianta succulenta appartenente alla famiglia delle Crassulaceae, proveniente da un'ampia area dell'Africa Orientale compresa tra il Sudafrica e il Sudan, oltre che dalla penisola arabica[2][3].

L'epiteto specifico alba deriva dal latino e si riferisce al colore bianco della grande infiorescenza del primo esemplare osservato[4][5][6].

Descrizione

Foglie di C. alba
Fiori di C. alba

È una pianta perenne o biennale formata da un rosetta in grado di crescere, infiorescenza inclusa, oltre i 50 centimetri d'altezza. Le varietà biennali, una volta conclusa l'antesi, rinsecchiranno per poi sviluppare, dalle radici tubercolose alla base, nuove rosette per il ciclo vitale successivo.

Le allungate foglie carnose sono sessili, unite fra loro alla base e di forma lanceolata. Di colore in genere verde-giallastro, possono raggiungere i 20 cm in lunghezza per 2,5 in larghezza e saranno di dimensioni sempre più piccole tanto più in alto si troveranno. Se sottoposte a luce solare diretta appariranno alcune macchie violacee su entrambe le facce della foglia stessa. La pianta presenta anche delle foglie cauline, simili alle basali ma più piccole, di forma ellittica e rassomiglianti a delle brattee. Le foglie si sviluppano a partire da un gambo eretto di colore verde o porpora, carnoso anch'esso e ricoperto da papille biancastre e retrorse, ossia rivolte verso il gambo stesso.

Le notevoli infiorescenze a corimbo, che si sviluppano da marzo a fine autunno, sono molto ampie e misurano intorno ai 15 centimetri di diametro. Sono fittamente ramificate e di colore variabile, che può essere bianco, giallo o rosato, anche se le più diffuse sono di colore rossastro[7].

I fiori sono uniti alla pianta con dei peduncoli glabri, lunghi circa 15 millimetri. Il calice è formato da 5 sepali triangolari dai margini ciliati e le estremità lanose, ed è circa cinque volte più grande della corolla tubolare, di colore in genere rossastro oppure bianco, composta anch'essa da 5 petali fusi tra loro alla base e larga circa 7 millimetri.

I frutti sono dei follicoli che contengono tra gli 8 e i 30 semi, oblunghi e rugulosi, lunghi intorno ai 0,5 mm in lunghezza e talmente rassomiglianti da risultare indistinguibili da quelli di Crassula vaginata[2][8].

Varietà

Oltre alla pianta in sé, anche nota come Crassula alba var. alba, ne esistono due differenti varietà:

  • Crassula alba var. pallida Toelken[9]
  • Crassula alba var. parvisepala (Schönland) Toelken[10]

La prima è una pianta perenne estremamente rara[11], endemica in una ristretta area tra Provincia di Mpumalanga (Sudafrica) e Swaziland, che differisce per i sepali non appuntiti e glabri, di colore in genere bianco o crema (da cui il nome della varietà).

La C. alba var. parvisepala, precedentemente nota come C. similis (Baker f., 1903), è una varietà originaria di Sudafrica, Swaziland e Mozambico, che differisce dalla specie principale soprattutto per il colore delle foglie. Queste avranno infatti una tonalità principalmente marrone ed inoltre, a differenza della C. alba, porta dei sepali arrotondati alle estremità e con alcuni denti marginali. Si tratta di una pianta molto apprezzata come ornamentale, anche grazie alle notevoli infiorescenze che questa specie è in grado di sviluppare[12].

Coltivazione

La C. alba, in tutte le sue varietà, predilige terreni ben drenati ed una posizione soleggiata, preferibilmente con del riparo durante le ore più calde dei mesi estivi. Irrigare solo a terreno asciutto, più raramente d'inverno e concimare durante la stagione vegetativa. La pianta è compresa nelle USDA Hardiness Zones da 9b a 11, pertanto non dovrebbe essere esposta a temperature inferiori ai 12,8 °C, e mai sotto 4,4 °C[13][14].

Come altre specie del genere Crassula si può propagare per seme, pollone o talea[4].

Galleria d'immagini

  • Esemplare di C. alba
    Esemplare di C. alba
  • Infiorescenze rosse di C. alba
    Infiorescenze rosse di C. alba
  • Infiorescenze rosa di C. alba
    Infiorescenze rosa di C. alba
  • Infiorescenze di C. alba
    Infiorescenze di C. alba
  • Esemplare di C. alba var. parvisepala
    Esemplare di C. alba var. parvisepala
  • Dettaglio delle foglie di C. alba var. parvisepala
    Dettaglio delle foglie di C. alba var. parvisepala
  • Infiorescenze di C. alba var. parvisepala
    Infiorescenze di C. alba var. parvisepala
  • Esemplare di C. alba var. parvisepala osservata sui Monti dei Draghi, in Sudafrica
    Esemplare di C. alba var. parvisepala osservata sui Monti dei Draghi, in Sudafrica

Note

  1. ^ https://www.biodiversitylibrary.org/item/122#page/218/mode/1up
  2. ^ a b (EN) Crassula alba Forssk., su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  3. ^ Crassula alba Forssk. — The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  4. ^ a b (EN) Crassula alba, su World of Succulents, 13 luglio 2016. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  5. ^ (EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 20, ISBN 3-540-38432-4.
  6. ^ (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 41, ISBN 9780521685535..
  7. ^ (EN) Crassula alba, su the-plant-li. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  8. ^ International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  9. ^ (EN) Crassula alba var. pallida Toelken, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  10. ^ (EN) Crassula alba var. parvisepala (Schönland) Toelken, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  11. ^ CJB - African plant database - Detail, su ville-ge.ch. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  12. ^ International Crassulaceae Network, su crassulaceae.ch. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  13. ^ (EN) PlantFiles: Crassula Species, su Dave's Garden. URL consultato il 2 dicembre 2020.
  14. ^ Crassula alba, piante in vendita • Vivaio Mondocactus., su mondocactus.com. URL consultato il 2 dicembre 2020.

Bibliografia

  • (LA) Peter Forsskål, Flora Aegyptiaco-Arabica: sive descriptiones plantarum, Copenhagen, Hauniæ ex officina Mölleri, 1775, p. 60.
  • (EN) Doreen Court, Flora succulenta dell'Africa meridionale, CRC Press, 1º giugno 2000, p. 83, ISBN 9058093239.
  • (EN) Urs Eggli, Illustrated Handbook of Succulent Plants: Crassulaceae, Springer Science & Business Media, 6 dic 2012, p. 36, DOI:10.1007/978-3-642-55874-0, ISBN 978-3-540-41965-5.
  • Gordon Rowley, Crassula. Guida alla coltivazione, traduzione di Elisabetta Oddo, Cactus & Co., 2003, ISBN 88-900511-2-4 (archiviato dall'url originale il 17 maggio 2008).
  • (EN) D. Gledhill, The Names of Plants, 4ª ed., Cambridge, Cambridge University Press, 6 marzo 2008, p. 41, ISBN 0-521-86645-6.
  • (EN) Harold T. Clifford e Peter D. Bostock, Etymological Dictionary of Grasses, 4ª ed., Springer Science & Business Media, 29 giugno 2013, p. 20, ISBN 3-540-38432-4.

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