Domezio di Bisanzio
Domezio | |
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Vescovo di Bisanzio | |
Insediamento | 272 |
Fine patriarcato | 284 |
Predecessore | Tito |
Successore | Rufino |
Consacrazione episcopale | 272 |
Nascita | III secolo |
Morte | III secolo |
Manuale |
Domezio (III secolo – III secolo) è stato un vescovo romano, il 23º vescovo di Bisanzio, dal 272 al 284, succedendo al vescovo Tito e seguito dal vescovo Rufino I a capo della Chiesa di Bisanzio[1].
Domezio pare fosse il fratello dell'imperatore romano Probo (276 - 282), fuggito da Roma verso Bisanzio durante una persecuzione dei cristiani. Fu ordinato presbitero dal vescovo di Bisanzio, Tito, e dopo la sua morte, nel 272, fu nominato vescovo della città. Dopo la sua morte, due dei suoi figli, Probo e Metrofane, avrebbero occupato in seguito la sede episcopale.
Si ritiene che abbia costruito la quarta sede episcopale di Bisanzio, una chiesa dedicata a santa Eufemia.[2] Un'altra fonte ritiene che questa sia stata opera del primo vescovo a risiedere nella città di Bisanzio, san Castino.[3]
Note
- ^ (EN) Dometius, in Site oficial do Patriarcado Ecumênico de Constantinopla. URL consultato il 4 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 6 gennaio 2020).
- ^ (EN) Bishops/Patriarchs of Constantinople, in Byzantine Studies Page, Fordham University.
- ^ (EN) Castino, in Site oficial do Patriarcado Ecumênico de Constantinopla. URL consultato il 4 giugno 2020 (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
Predecessore | Vescovo di Bisanzio | Successore | ![]() |
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Tito | 272 - 284 | Rufino |
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