Epipactis autumnalis
Elleborina autunnale | |
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Epipactis autumnalis | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Mesangiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
Ordine | Asparagales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Epidendroideae |
Tribù | Neottieae |
Genere | Epipactis |
Specie | E. autumnalis |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Superdivisione | Spermatophyta |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Sottoclasse | Liliidae |
Ordine | Orchidales |
Famiglia | Orchidaceae |
Sottofamiglia | Epidendroideae |
Tribù | Neottieae |
Genere | Epipactis |
Specie | E. autumnalis |
Nomenclatura binomiale | |
Epipactis autumnalis Doro, 2007 |
L'elleborina autunnale (Epipactis autumnalis Doro, 2007) è una piccola pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Orchidacee, endemica dell'Italia nord-orientale.[1]
Etimologia
Il termine Epipactis si trova per la prima volta negli scritti di Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa - 90 circa) che fu un medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone. L'origine di questo termine è sicuramente greca, ma l'etimologia esatta ci rimane oscura (qualche testo lo traduce con “crescere sopra”). Sembra comunque che in origine sia stato usato per alcune specie del genere Helleborus[2]. In tempi moderni il nome del genere fu creato dal botanico e anatomista germanico Johann Gottfried Zinn (1727 – 1759), membro tra l'altro dell'Accademia delle Scienze di Berlino, in una pubblicazione specifica sul genere Epipactis nel 1757.
L'epiteto specifico (autumnalis) si riferisce al periodo di fioritura di questa orchidea.
Descrizione
È una pianta erbacea perenne alta da 25 a 40 cm (massimo 70 cm). La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa (G rizh), ossia è una pianta con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Queste piante, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un proprio rizoma).
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
- Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un breve rizoma.
- Parte epigea: la parte aerea è formata da un singolo fusto poco foglioso, eretto e semplice (non ramificato). La consistenza del fusto è rigida. Alla base ha un colore violaceo, mentre all'apice è verde-chiaro. Verso l'infiorescenza è pubescente.
Foglie
Le foglie (da 1 a 5 per pianta), a disposizione spiralata, sono distribuite lungo tutto il fusto, sono intere a forma arrotondata-oblunga; sono sessili, appena amplessicauli. Il colore è verde chiaro. La lamina è percorsa da diverse nervature longitudinali (lamina quasi scanalata) ed ha i bordi debolmente dentellati; la consistenza non è coriacea. Le foglie superiori sono progressivamente più ristrette. Dimensione delle foglie: larghezza 22 – 58 mm; lunghezza 28 – 70 mm.
Infiorescenza
L'infiorescenza è un racemo terminale, lasso con fiori penduli (massimo una trentina) e pedicellati; la disposizione è leggermente unilaterale. Alla base del pedicello è presente una brattea a forma lanceolata. Queste brattee sono di tipo fogliaceo e quelle più basse sono molto simili alle foglie superiori, mentre quelle superiori sono progressivamente più piccole; tutte sono pendule come i fiori. I fiori sono resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione del pedicello. Lunghezza del pedicello: 4 – 6 mm.
Fiore
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami, 1 verticillo dello stilo). I fiori sono colorati di verde chiaro, mentre all'interno hanno sfumature biancastre e brune.
- Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X, P 3+3, [A 1, G (3)], infero, capsula[4]
- Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali ciascuno (3 interni e 3 esterni) di forma ovata con apice appuntito, liberi e patenti (il fiore nel suo insieme si presenta sempre molto aperto); il primo verticillo (esterno) ha 3 tepali di tipo sepaloide (simili ai sepali di un calice); nel secondo verticillo (interno) il tepalo centrale (chiamato “labello”) è notevolmente diverso rispetto agli altri due laterali che si presentano più o meno uguali ai tepali esterni (forse lievemente più corti), ma con sfumature più biancastre (a volte rosate). Dimensione dei tepali: larghezza 3,5 – 4,5 mm; lunghezza 8 – 9 mm.
- Labello: il labello è diviso in due sezioni; la porzione posteriore del labello (basale, chiamata ipochilo) è concava, mentre quella anteriore (apicale, chiamata epichilo) è incurvata verso il basso con apice appuntito (ottuso). La colorazione del labello esternamente è verde chiaro come i tepali; nella parte interna dell'ipochilo il colore è bruno scuro, mentre l'epichilo nella zona centrale è quasi bianco. Nel mezzo tra l'ipochilo e l'epichilo è presente una strozzatura che collega le due parti. Il labello è inoltre privo di callosità evidenti e non è speronato come in altri generi; l'ipochilo è nettarifero. Dimensione dell'ipochilo: larghezza 2,8 – 4 mm; lunghezza 3 – 4 mm. Dimensione dell'epichilo: larghezza 2,8 – 3,4 mm; lunghezza 2,8 – 3,4 mm.
- Ginostemio: lo stame con la rispettiva antera biloculare è concresciuto con lo stilo e forma una specie di organo colonnare chiamato ginostemio[5]. Il colore di questo organo è fondamentalmente bianco-giallastro. Il polline è più o meno incoerente (friabile e polverulento) distribuito su masse cerose polliniche bilobe (una per ogni loculo dell'antera); queste masse sono prive di “caudicole” (filamento di aggancio all'antera) e sono contenute in una cavità chiamata clinandrio che in questo caso è in parte atrofizzata. L'ovario è infero, piriforme-globoso ed è formato da tre carpelli fusi insieme, sorretto da un peduncolo incurvato.
- Fioritura : da agosto a novembre; probabilmente è l'orchidea italiana con la fioritura più tardiva; un'altra caratteristica della fioritura è la sua durata (oltre 4 mesi).
Frutti
Il frutto è una capsula obovoide (o esagonale) a più coste. Anche le capsule, come i fiori, sono orizzontali o pendule. Nell'interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche; questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[6]
Biologia
La riproduzione di questa pianta avviene in due modi:
- per via sessuata grazie all'impollinazione degli insetti pronubi; la germinazione dei semi è tuttavia condizionata dalla presenza di funghi specifici (i semi sono privi di albume – vedi sopra).
- in modo autogamo, quando il fiore è già aperto.
Distribuzione e habitat
Questa specie è un endemismo delle Prealpi Vicentine (Veneto).[7]
Il suo habitat tipico sono i boschi freschi e le zone a mezza ombra da 600 fino a 800 m s.l.m.. Il substrato preferito è a pH acido con terreno piuttosto secco.
Tassonomia
Il genere Epipactis appartiene alla sottofamiglia delle Epidendroideae caratterizzata dall'avere lo stame (l'unico fertile) ripiegato sopra il ginostemio e il labello composto da due pezzi distinti: ipochilo e epichilo[8][9]; è al livello inferiore della tribù delle Neottieae[2].
Specie simili
In genere tutte le Epipactis sono abbastanza simili nella forma del fiore. Qui ricordiamo alcune specie (tralasciando le varie sottospecie) quali:
- Epipactis leptochila (Godfery) Godfery - Elleborina a labello sottile: è una specie con labello poco sviluppato.
- Epipactis microphylla (Ehrh.) Swartz. - Elleborina minore: è una specie con poche e piccole foglie.
- Epipactis atrorubens (Hoffm.) Besser - Elleborina violacea: i fiori sono bruno-rosei.
- Epipactis palustris (L.) Crantz – Elleborina palustre: i fiori sono bruno-purpureo tendente al biancastro.
- Epipactis helleborine (L.) Crantz – Elleborina comune: si distingue soprattutto per la larghezza delle foglie.
Conservazione
Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[10]
Note
- ^ (EN) Epipactis autumnalis, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 7 febbraio 2021.
- ^ a b Nicolini, vol. 2, p. 111.
- ^ Judd et al., p. 287.
- ^ Tavole di botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 27 febbraio 2010 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
- ^ Musmarra, p. 628.
- ^ Strasburger, vol. 2, p. 808.
- ^ (EN) Doro F., Epipactis autumnalis D.Doro sp. nova. Una nuova specie di Epipactis rinvenuta in Veneto (Italia), in J. Eur. Orch., 39(3/4), 2007, pp. 567-586.
- ^ Strasburger, vol. 2, p. 809.
- ^ Pignatti, vol. 3, p. 700.
- ^ CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019. URL consultato il 7 febbraio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).
Bibliografia
- Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN 978-88-8039-891-2.
- Judd, Campbell, Kellogg, Stevens e Donoghue, Botanica sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Eduard Strasburger, Trattato di botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
Voci correlate
Altri progetti
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Collegamenti esterni
- Epipactis autumnalis Tropicos Database.
- Epipactis autumnalis IPNI Database.
- Epipactis autumnalis Royal Botanic Gardens KEW - Database.